AVANTI CLICK

 CATTOLICA:

“ LA REGINA  DELL’ADRIATICO”

 - Luglio 2002 -

A volte succede che durante una piccola pausa dei tuoi hobby, ti fermi, e ti domandi: Ma, che cos’è l’inesorabile passare del tempo? E dopo di aver riflettuto un momento, comprendi che é quel procedere del tempo  a cui non si può sfuggire. Il tempo passa e anche la vita passa, senza fermarsi un solo momento. Passa così veloce che non ci rendiamo neppure conto. Sembra ieri, che siamo partiti per le spiagge, eppure é passato un anno. Nel nostro piccolo borgo  padano di Campitello, come pure negli altri piccoli paesini circostanti, guardi attorno e ti da la sensazione che la vita si é fermata. Infatti  é proprio così, perché qui da noi, non succede proprio  nulla d’importante. Succede sovente, appena esci di casa, di trovarti, senza volerlo, di accodarti  dietro al  funerale che incontri: perché qui da noi, quasi ogni giorno, c’è un funerale, perché la nostra é una popolazione di anziani, come del resto si verifica in tutto il nostro Paese. In queste occasioni  il malumore si fa tanto forte in me che non occorre un robusto principio morale per impedirmi di programmare un nuovo viaggio, un viaggio di evasione. Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada. Io cheto cheto prendo la via dei monti o quella del mare. In tutto questo non c’è nulla di sorprendente. Se soltanto lo sapessero, quasi tutti gli uomini nutrono, una volta o l’altra, ciascuno nella sua misura, su per giù gli stessi sentimenti che nutro io verso il mare o la montagna.

Prendete un artista. Egli desidera dipingere il più sognante, il più ombroso, il più tranquillo, il più incantevole paesaggio romantico di tutta la vallata dolomitica. Qual è l’elemento essenziale che adopera? Ecco i suoi alberi, ciascuno col tronco cavo, come se dentro ci fosse un eremita e un crocifisso; ecco, qui dorme il praticello e là dorme il gregge, e  su da quella casetta s’innalza un fumo sonnacchioso. Lontano, in remote boscaglie, si sprofonda una strada serpeggiante, fino ai sovrastanti speroni di monti innevati immersi nell’azzurro delle loro coste. Ma per quanto la scena giaccia così estatica e il pino scuota giù i suoi sospiri, come foglie, sulla testa del pastore, tutto sarebbe invano, se l’occhio del pastore non fissasse la magica corrente che ha davanti. Se veniste qui da noi, nella grande e meravigliosa Val Padana, specialmente in maggio o giugno, quando,   per un lungo tratto, voi sprofondate fino al ginocchio nei gigli tigrati: qual é l’unica dolcezza che manca? Manca, all’orizzonte, quella striscia azzurra del mare, per completare la bellezza paesaggistica nella sua immensità. In compenso, in quel periodo, si può ammirare l’immenso mare d’erba, che ondeggia ad ogni soffio di vento. Quest’estate, però, é mancato l’elemento acqua: non c’era una goccia d’acqua in questi luoghi! Anche i suoi principali fiumi, erano secchi. Se il Niagara fosse soltanto una cascata di sabbia, lo fareste voi quel viaggio di mille miglia per andarlo  a vedere?

Come si evince dal titolo di questo capitolo, si  può capire benissimo che non parleremo delle nostre lunghe passeggiate sui sentieri delle Dolomiti. Non é la descrizione di un luogo aspro e selvaggio, uno di quei luoghi meravigliosi dove si incontrano precipizi, precipiti ghiaioni, cenge strapiombanti e sentieri stretti e intagliati nella roccia, l’orrore di un crepaccio, la solitudine, l’animalesca volontà di sopravvivenza e tutto ciò che  simili avventure solitamente comportano, nulla di tutto questo. Oggi, parleremo di mare, delle immense spiagge meravigliose dell’Adriatico. Parleremo o cerchiamo di parlare di Cattolica, che é stata definita la “ Regina dell’Adriatico”.

Noi, siamo come le tartarughe, che tornano sempre nei luoghi che sono nate. Noi non siamo nati nell’Adriatico, ma sulle coste della Old Calabria, dove il mare é l’elemento essenziale della sua storia e della sua bellezza, senza parlare anche delle sue meravigliose montagne, dei suoi  villaggi barbicati sulle rocce che si specchiano nelle insenature del suo meraviglioso mare.

Lo sapevate, “perché gli antichi Persiani tenevano il mare per sacro? Perché i Greci gli fissarono un dio a parte, e fratello di Giove? Certamente tutto ciò non é senza significato. Ancora più profondo di significato é quel racconto di Narciso che, non potendo stringere l’immagine tormentosa e soave che vedeva nella fonte, vi si tuffò e annegò. Ma quella stessa immagine noi la vediamo in tutti i fiumi e negli oceani. Essa é l’immagine dell’inafferrabile fantasma della vita; e questo é la chiave di tutto”.

Ora, quando io dico che in questo periodo dell’estate, ho l’abitudine di raggiungere il mare tutte le volte che comincio a vedermi una nebbia innanzi agli occhi, e la Val Padana, é la patria della nebbia, dell’afa e della grande calura, oltre all’abitudine, sento la necessità di raggiungere un angolo di paradiso delle nostre coste, del nostro meraviglioso mare, per soddisfare oltre ad un bisogno fisico, per appagare  i miei occhi e i miei polmoni. Ma soprattutto, per l’esercizio all’aria  aperta e dell’aria pura che si gode.  E poi, quando sei seduto sugli scogli, dove le onde grandi e piccole si infrangono, e quel rumore continuo dell’acqua assomiglia al vociare fitto di una moltitudine lontana. Tutto ciò, mi da una grande gioia, un rilassamento totale, perché quelle onde spesso parlano con parole lontane, dicono cose che nessuno sa. Soltanto quelli che conoscono l’amore per la vita possono apprendere la lezione delle onde, che hanno il movimento del cuore.

LA REGINA DEL MARE.

Prima di proseguire oltre, ci vorremmo soffermare un momento, per raccontare, con parole nostre, la storia di Cattolica: la storia della “Regina del Mare”, ma per fare questo, ci vorrebbe la penna scorrevole di uno storico e di un bravo scrittore. Noi, non siamo ne l’uno ne l’altro, e neppure i vari Piero Angela, il grande giornalista scientifico e grande presentatore  del noto programma televisivo “ Quark”. In questo interessantissimo programma scientifico e culturale, egli ci ha fatto conoscere molti aspetti del mondo che ci circonda. Questi servizi giornalistici, che vanno da quelli scientifici a quelli culturali e naturalistici. Oltre a questi interessantissimi programmi, ci ha fatto vedere, in vari trasmissioni, gli approfonditi studi sull’evoluzione dell’uomo  dall’origine ai giorni nostri. Ma soprattutto, ha realizzato, con l’aiuto di valenti scienziati, un servizio dell’interno del corpo umano: del cuore e del cervello. Noi ci soffermeremo sul cervello, che é il motore principale di tutte le nostre funzioni. Il cervello é la parte predominante dell'encefalo ed é formato da due emisferi cerebrali separati tra  loro da una scissura, alla base della quale si trova il corpo calloso, struttura che connette i due emisferi. Il cervello é costituito da sostanza bianca e sostanza grigia, quest’ultima, che é la più esterna, é chiamata anche corteccia cerebrale. Ogni emisfero, a livello della corteccia cerebrale, é suddivisa in quattro lobi: frontale, parietale, temporale, occipitale. A sua volta ogni lobo, é suddiviso  da alcuni solchi in circonvoluzioni, in corrispondenza delle quali si trovano le aree cerebrali deputate al controllo e alla condizione dell’attività motoria e sensitiva del nostro organismo. Tra le diverse aree le più importanti sono la motrice primaria ( o area 4) dalla quale partono gli impulsi deputati ai movimenti volontari della metà opposta del nostro corpo( le aree di sinistra governano la parte destra e viceversa), con l’eccezione dei muscoli degli occhi che sono sotto il controllo dell’area 8, e l’area sinistra primaria ( formata dalle aree 3, 1 e 2) dalla quale originano gli impulsi per la sensibilità delle stesse strutture. Esistono poi delle zone particolari della corteccia cerebrale: i centri del linguaggio, che ci permettono di esprimerci con le parole e di capire il significato di quello che diciamo. In profondità rispetto alla sostanza grigia si trova la sostanza bianca, all’interno della quale si trovano i gangli della base, che sono dei grossi  nuclei grigi coinvolti nella patogenesi del morbo di Parkinson. Noi non vogliamo parlare delle varie malattie  derivate dal sistema centrale, perché non ne saremmo all’altezza di farlo, ma dei due padiglioni cerebrali. Il primo, cioè quello di  sinistra, come ha spiegato, in un’altra trasmissione televisiva lo scienziato Signora Montalcini,premio Nobel per la ricerca scientifica e poi descritto in un suo libro intitolato appunto il “Cervello Umano”, vi sono contenute la filosofia, le scienze , le tecnologie e le materie scientifiche in generale, mentre nel padiglione di destra, troviamo inserite la pittura, la poesia, la letteratura, le bellezze naturalistiche, nonché quelle paesaggistiche e tutto quanto riguarda l’intuizione dell’uomo moderno. Noi, facciamo parte di quest’ultima categoria, cioè del padiglione di destra. Ecco perché oggi, cerchiamo di soffermarci sulla storia di Cattolica.

Noi, non siamo Piero Angela e neppure la signora Montalcini, ma soltanto appassionati dell’arte, della storia, della natura in generale e delle sue bellezze in particolari. Per questo motivo, in ogni parte che siamo andati o che abbiamo intenzione di andare, cerchiamo sempre di scoprire qualcosa che riguarda quella località: le sue bellezze paesaggistiche, le opere d’arte, ma soprattutto cerchiamo di approfondire la storia e la bellezze dei luoghi.

Oggi, dalla  brumosa Val Padana, siamo approdati nella bellissima cittadina Rivierasca di Cattolica, che come abbiamo detto sopra, é stata definita la “ Regina del mare”, per godere del suo delizioso clima, delle sue immense spiagge, circondata da dolci colline coltivate ad oliveto, vigneto e dove vegetano  molte piante antropiche.  Ma Cattolica, é una città bella e gentile che ha saputo diventare una delle località marine più frequentate e apprezzate d’Europa. La spiaggia, il mare, le sue belle piazze, la cortesia e l’ospitalità che qui sono di casa da duemila anni, come ci spiega la sua storia.

La storia di Cattolica.

Sulle origini del nome “ Cattolica” sono state elaborate molte teorie, l’espressione locale é attualmente “ la Catòlga”, un femminile in italiano che può derivare dal neutro plurale latino.

Non sussistono dubbi sulla formazione del “ cstarum catholicae” avvenuta nel 1271, restano però irrisolti alcuni quesiti. Perché il nuovo centro si chiama Cattolica e non, ad esempio, Castelnuovo o Borgonuovo come é accaduto per altri nuovi centri dell’epoca?

Importante é segnalare che il toponimo Cattolica esisteva già prima della nascita del centro abitato, già nel 1259 si parla, infatti, di Planus Catolicae e le case dei nuovi abitati saranno costruite “ inter Catholicam et Taullum”.Con Cattolica e Tavollo ci si riferiva a due corsi d’acqua, riguardo al Tavollo non vi sono dubbi poiché tuttora segna uno  dei confini della città.

L’altro corso d’acqua indicato con Cattolica é quello che diventerà poi il Rio Vivare, che scorre nelle immediate vicinanze del centro medioevale di Cattolica ( e che ora invisibile scorre sotto l’attuale Via Fiume).

Studi recenti propongono un’altra interpretazione collegando il termine Cattolica all’occupazione Bizantina, infatti Katolikòs era l’ufficiale addetto al rifornimento e  all'approvvigionamento con funzioni anche giurisdizionali e di amministrazione fiscale.

In latino Catholica era usato nel corso di “regola, canone, computo”, quindi con un significato anche amministrativo che poi si é perso e che ci indicherebbe che queste terre erano dotazione di un ufficio civile gestito da un Catholicus.

Ricordiamo che la leggenda che ha legato per molti anni il termine Cattolica alla secessione, durante il Concilio di Rimini del 359, tra i vescovi seguaci dell’eresia ariana e i vescovi cattolici che si rifugiarono proprio qui dando  nome al borgo.

Questo episodio viene ricordato anche da una lapide commissionata nel 1636 dal Cardinale Bernardino Spada per la facciata della chiesa di Sant'Apollinare accentuando la diffusione della leggenda nei secoli successivi, ma la totale mancanza di agganci storici manifesta l’infondatezza della teoria e fa si che sia appunto una leggenda che comunque ci piace ricordare.

Mettere la cartina dell’insediamento medioevale - Biblioteca “Cattolica -Katolikà, un arsenale dell’esercato”.

Area di interesse storico.

Abbiamo visitato il centro storico, detto localmente la Cattolica Vecchia, e abbiamo potuto constatare che conserva alcuni interessanti scorci dell’antico borgo medioevale.

E qui che inoltre si trovano tipiche osterie dove si ascolta musica, si canta e si beve dell’ottimo Sangiovese. La Chiesa di santa Apollinare XIV, fu eretta presumibilmente, come ci riferisce il sagrestano, alla fine del ‘200 in concomitanza con il vasto piano di edificazione del castello di Cattolica ma la prima menzione ufficiale risale al 1313. L’attuale costruzione risale al 1782 e venne disegnata dal capomastro riminese Gaetano Cupioli. Nel 1795 venne eretto il Campanile.

Girando per la città vecchia, abbiamo visto la Chiesa di Santa Croce detta dell’ospedale. Accanto al fabbricato dell’ospedale dei pellegrini, costruito negli anni 1584 -85, oggi in gran parte modificato nell’aspetto architettonico e Ex sede della Caserma dei Carabinieri, fu eretta tra la fine del Cinquecento ed i primi anni del Seicento la Chiesa di Santa Croce.

Sconsacrata nell’Ottocento é oggetto di radicali trasformazioni all’inizio del nostro secolo.

Come apprendiamo da un depliant, il restauro dell’edificio, operato dal Comune di Cattolica con il sostegno della Cassa di Risparmio di Rimini e diretto dall’architetto Luigi Filippini, si é concluso nel 1980. L’intervento ha cercato di restituire proporzione alla facciata ricostruendo il portale, demolito agli inizi del ‘900. Originariamente all’interno della chiesa, sopra l'altare maggiore, era posto un Crocifisso ( sec. XVII), quadro attribuito al Laurentini, oggi conservato nella vicina chiesa di S. Apollinare.

Recenti scavi hanno portato alla luce resti di costruzioni romane di età imperiale. I reperti sono esposti nell’antiquarium comunale del Centro Culturale Polivalente dove inoltre é possibile visitare la sezione marinaresca ed una piccola collezione riguardante la cultura balneare.

Le gallerie di Cattolica.

Passeggiando tranquillamente per il centro di Cattolica non potreste mai immaginare il groviglio di cunicoli e gallerie sotterranee che corrono e si snodano da secoli sotto i vostri  zoccoli da spiaggia. “ Sepolto” proprio in corrispondenza del cuore medioevale della città giace infatti un autentico “ groviera” di non chiara datazione, scoperto del tutto causalmente nel 1967 durante alcuni scavi per lavori pubblici.

Il confronto degli elementi costruttivi ha mostrato che molte delle cantine private al centro cittadino appartengono in realtà a questo reticolo ipogeo. La stessa articolazione dei cunicoli lascia supporre che in passato si trattasse di un unico vasto complesso sotterraneo, anche se le manomissioni subite nel tempo rendono difficile la ricostruzione della morfologia originale.

Scavate nel terreno argilloso, le gallerie abbracciano l’intero sottosuolo del sito medioevale di Cattolica, tra  via XX Settembre e l’area dove sorge la rocca malatestiana. I cunicoli hanno volte a botte, che si trasformano in volte a vela o a crociera nei punti di incontro.

Nonostante i riempimenti in muratura o terriccio, si é potuto tracciare anche una pianta generale del vasto complesso, soprattutto in confronto all’antico tracciato della via Flaminia ( ora via Cattaneo) - come scrive Paolo Guiducci - La galleria meglio conservata corre parallela a via Cattaneo, sul lato degli scavi archeologici, con percorsi lunghi e spezzati. Il piano di calpestio rimane a circa tre metri sotto l’attuale livello stradale. Dopo un primo tratto rettilineo il cunicolo conduce ad un’ampia sala ottagonale sulla destra. La sua tipologia ci riporta alla Grotta delle Monache di Sant'Arcangelo, con il grande pilone centrale e le nicchie radiali che si aprono sul perimetro esterno, trasformatosi da cerchio in ottagono. Di proprietà privata, difficilmente potrete visitarla. Un vero peccato, perché merita attenzione.

Sul lato opposto di via Cattaneo si sviluppa un secondo settore, ad una quota di profondità di circa cinque metri, anche questo ben conservato ma solo in alcuni tratti. Ci risulta che durante i lavori di scavo sono emerse altre gallerie all’inizio di via Mazzini e di via XXIV Maggio, e nell’aria di via Bastioni. Meno esplorati finora i percorsi trasversali che collegano queste due gallerie principali.

Le grotte sono state utilizzate nel passato più recente come cantine e depositi di vario genere, e gli accessi sono in maggior parte privati. Alcuni, localizzati in via XX Settembre, sono stati chiusi durante i lavori nel dopoguerra.

Gli studi finora realizzati, compiuti da Antonio Carile e Maria Lucia De Nicolò, non hanno ancora risposto in maniera definitiva al problema dell’origine e della funzione di questo complesso sotterraneo. L’ipotesi più accreditata é che siano di origine bizantina, come lasciano supporre sia l'impiego di laterizi per il rivestimento delle pareti, che la prassi bizantina di creare luoghi nascosti per l’ammasso di armi e derrate alimentari. A causa dei mattoncini si deve scartare l’ipotesi di una origine romana, anche se le gallerie corrono nelle vicinanze dell’antico abitato romano databile tra il 1 sec. A C. E il IV sec. d.C.

La storia ci racconta, che i Bizantini presidiavano la via Flaminia (collegamento strategico con Roma) dal vicino forte di Monte Vici. Si suppone che siano stati loro ad edificare le gallerie per scopi militari, per collegare il forte ad un arsenale sotterraneo nascosto laddove in seguito nacque il castello di Cattolica.

La datazione e la destinazione delle gallerie, tuttavia, non é affatto sicura. Sui mattoni che la foderano non é rimasto nessun segnale che ne motivi l’esistenza o ne sveli la data di costruzione. Neppure le soluzioni architettoniche che definiscono la struttura di copertura ( volte a vela, crociera, a botte) ed il modo di murare il pavimento in mattoni, o i simboli più usati ( croce latina innestata sul Calvario o croce a tau) ci aiutano nella datazione. Un arcano destinato a rimanere tale?

Cattolica e il tempo.

Dopo la storia di quello che fu un “ piccolo borgo marinaro”, dominato e conteso da Romani , Bizantini e  dell’antica famiglia dei Malatesta, lasciamo il passato e ritorniamo al  presente, per respirare una boccata d’aria pura e lasciamo l’arcano destinato a rimanere tale. Ma prima di parlare della meravigliosa città moderna di Cattolica, ritorniamo un momento indietro, per vedere che cosa ne pensavano i viaggiatori dell’Ottocento.

A metà strada fra Rimini e Pesaro ed al confine tra Marche e Romagna, Cattolica lega le origini e la vita del suo insediamento alla via Flaminia, costruita appunto dai Romani, e come luogo di sosta per i viaggiatori, nel percorso Bologna - Ancora - Roma viene costantemente ricordata dal Medioevo fino al secolo scorso. Alla particolare natura di centro viario si associa già dagli anni della fondazione del borgo medioevale (1271), quella vocazione all’ospitalità che diventa la predominante “ Caratteristica” di Cattolica anche nelle epoche successive.

“Contrada di taverne per i viandanti” ( quasi una seconda Francigena, per i pellegrini) (1551), “bellissimo sito con aria buona vicino al mare” (1616) sono alcune di quelle considerazioni ricavate dai diari di viaggiatori e cronisti di epoche diverse che finiscono per contrassegnare fino ai nostri giorni quelle prerogative che fecero poi di Cattolica, sul fare del nostro secolo, una delle più “note reputare spiagge” dell’Adriatico.

La spiaggia amena, leggermente digradante nel mare, sicura per i bambini e raccomandata per le famiglie contribuì poi, dagli anni Trenta, a reclamizzare Cattolica fra le località balneari come “ la preferita”, la “Regina dell’Adriatico”.

Oggi é una città completamente rinnovata, splendida e funzionale nei suoi arredi urbani che fanno dei viali e delle piazze veri e propri salotti all’aperto, con un arenile modernamente attrezzato nelle strutture e nei molteplici servizi e rispondente alla domanda di una clientela sempre più esigente. Da quelle spiagge, per  motivi personali, l’anno scorso ci siamo assentati e quest’anno, abbiamo trovato un radicale cambiamento, sia nelle strutture che nell’organizzazione dei molteplici bagni. Stentavamo a riconoscere la zona balneare, ci sembrava di essere non a Cattolica, ma a Miami  beach in  Florida, uno dei maggiori centri balneari statunitensi e forse del modo. Ci voleva la mano di un valente architetto, per trasformare  la spiaggia di Cattolica.  Ogni bagno, ha una sua caratteristica innovativa.  Nelle varie strutture, predomina il caldo del legno. Il legno  é stato adoperato anche per sostituire le mattonelle nel viale che fiancheggia gli stabilimenti balneare, impreziositi da variopinte aiuole , da eleganti panchine e di una illuminazione diffusa. In quel lungo viale, tanto che fa piacere fare una passeggiata, specialmente di sera, perché oltre alla tranquillità ce il profumo dei fiori  e del mare.

Come le spiagge, le piazze e le passeggiate del lungo mare, anche gli impianti alberghieri sono stati rinnovati e resi confortevoli, ciò conferma la propria connotazione estremamente disponibile e aperta verso i forestieri. I numerosi esercizi commerciali ( raffinate boutique, negozi di artigianato locale, bazar di generi vari) consentono acquisti per tutte le tasche e gli appuntamenti settimanali del mercatino dell’antiquariato che si attiva in un quartiere del centro storico ( via Pascoli) ed il grande e variegato mercato del sabato che attira bancarelle da varie località delle Marche e Romagna, offrono il quadro più spettacolare della familiarità della gente del luogo. Un trionfo dei migliori prodotti della gastronomia si ha all’interno del Mercato Coperto, in cui una scia di colori e profumi  inebria e cattura la curiosità di chiunque si affacci all’ingresso per una inevitabile visita panoramica lungo i golosi stands. La bontà e la genuinità della cucina si scopre ovunque, dai ristorantini veloci sparsi per la città, alle tipiche trattorie del quartiere portuale e della vecchia Cattolica, ai locali eleganti ubicati sul porto, divenuti famosi per i prelibati piatti di pesce e meta tradizionale di una clientela affezionata proveniente da ogni parte.

 

Gli spettacoli.

Ormai Cattolica, é diventata famosa per i suoi spettacoli popolari e concerti che si organizzano lungo tutto il corso dell’anno nelle piazze cittadine( piazza delle fontane, piazza delle Nazioni, piazzetta della Gina, piazza del Mercato) e nella graziosa arena di piazza della Repubblica ( uno spazio di 6500 mq. A tre livelli predisposto per la mega - manifestazioni). In questi grandi spazi all’aperto si alternano recite, rappresentazioni, pomeriggi e serate di musica lirica, di canti popolari, di musica leggera, rock, jazz.... Insomma spettacoli e suoni per tutti i gusti e tutte le età.

La città é nota anche per le interessanti e ricche iniziative culturali organizzate presso il Centro Culturale Polivalente ( mostre, conferenze, convegni) e nel Teatro Snaporaz, per l’Antiquarium in cui sono esposti innumerevoli reperti archeologici che documentano la vita e l’insegnamento antico (1 sec. aC - IV sec. DC.), per il Museo del mare, per le attività nautiche ( corsi di archeologia subacquea e di storia navale) che si svolgono presso le Navi ( una colonia marina della caratteristica forma, che ricorda appunto una formazione di navi, costruita negli anni Trenta e oggi  trasformata in  acquario, l’acquario più importante d’Europa, dopo quello di Genova.

Come scrive Lucia De Nicolò: “ una visita a Cattolica insomma, non consente di annoiarsi ed offre ad ognuno curiosità, cultura, turismo, sapori, interessi e mille occasioni per ritornarci. Per crogiolarsi al sole sulla sabbia vellutata coccolati da bagnini attenti e gentili, per ritemprare il corpo nelle onde di un mare limpido e tranquillo, per riposarsi, per divertirsi, per conoscere, per mangiare bene e.... Non ultimo, per trovare gli amici Cattolichini”.

Trombe d’aria  e temporali in Riviera.

Possiamo dire, che quest’estate é una estate anomala. L’ondata di maltempo  che colpisce l’Italia dall’inizio della settimana. Ancora trombe d’aria al Nord e al Centro. Calcolati in centinaia di milioni di euro i danni all’agricoltura. I meteorologo avvertono che temporali e grandinate si stanno spostando verso le regioni centrali adriatiche e prevedono nuove perturbazioni nel week-end al Sud. Secondo i climatologi ci dovremmo abituare a estati sempre più bagnate.

I pochi irriducibili non rinunciano al bagno nella vasca idromassaggio anche sotto la pioggia. O si rifugiano sotto gli ombrelloni o le pensiline degli stabilimenti balneari a guardare il mare in versione autunnale. Il maltempo sfida la riviera che ha lanciato la moda della spiaggia animata 24 ore su 24. Le tribù della vacanza che hanno scelto Cattolica, Riccione o Rimini, per imparare il marengue o bere il brink all’happy hour in riva al mare, si ritrovano a fare le file davanti all'Acquario, oppure all’Italia in Miniatura e a rincorrere i saldi  delle griffe a San Marino. Un’alternativa forzata che suona come una beffa per chi voleva - come noi - passare le giornate in costume.

Nuvole e pioggia rovinano le ferie di luglio e forse anche quelle di agosto. Gli stabilimenti balneari sono costretti ad alzare bandiera bianca. “ Il tempo pazzo ci ha rovinato la stagione” dicono in coro i “ signori” delle spiagge. Solo le palestre riparate con ampie tettoie riescono a richiamare i fanatici dei bicipiti in bella vista. Ma é la sola attrazione funzionante in una luna Park sull’arenile chiuso per pioggia. E così il popolo della vacanza emigra altrove. Sulle colline, a visitare castelli e rocche malatestiane. Sulla Statale adriatica, ad affollare i parchi divertimento al chiuso. Sulla superstrada, a cercare monete e abiti  griffati a San Marino, sul lungomare, a spendere i pochi euro ( mai estate fu più parsimoniosa) nei bazzar o negli shopping center di grande consumo.

Quando la spiaggia é off limits, la riviera si ritrova piccola, in sufficiente a contenere sulle strade il milione di turisti distribuiti nei 3600 alberghi della costa. Come diligenti soldatini, famiglie al gran completo e gruppi di giovani si mettono in coda sulle piste dell’alternativa al mare. Per percorrere 15 chilometri, da Rimini a San Marino e 25 da Cattolica, ieri si impiegava più di un’ora. Ma in riviera il “ ripiego non é gradito. E si sta correndo ai ripari. Il presidente degli albergatori Maurizio Ermati, invoca le piscine sull’arenile. “ Dobbiamo fare i conti con il clima che si sta tropicalizzando”, sostiene Marta Agostini, presidente del Consorzio Piccoli Alberghi di qualità.  Per la prossima stagione una promessa: tutti in spiaggia, anche con la grandine.

La passeggiata sotto il vento

In questa prima settimana che siamo qui a Cattolica, é stata un susseguirsi di temporali e di mareggiate. Questa mattina, quando siamo arrivati sulla spiaggia, sembrava che il vento si fosse placato, tanto che con Adriana mia moglie, abbiamo deciso di fare la nostra solita passeggiato lungo la spiaggia fino al molo. Quando siamo arrivati sulla spiaggia, verso le ore 7,30,  essa era deserta, ci siamo seduti un momento  sulle sdraio  e stavamo ammirando l’immensità del mare quasi  in tempesta. Per un momento mi é sembrato di trovarmi sulle immense spiagge deserte della Normandia, dove per moltissimi chilometri non si vede neppure un’anima ad eccezione di qualche pescatore solitario. Il vento, proveniente da Sud, gonfiava le onde che andavano ad infrangere contro  le rocce. Anche con il vento, riparate dalla giacca a vento, abbiamo proseguito la nostra passeggiata mattutina. Di fronte a noi c’era soltanto l’immensità del mare e, di tanto in tanto, le piccole raffiche del vento, oltre che accarezzarci il viso, ce lo sferzava, ma noi continuavamo imperterriti la nostra  passeggiata  solitaria. Per un momento, osservando le  grandi onde che si infrangevano contro  le rocce del molo, mi é venuto in mente le Dolomiti. Essi sono pietre e non nuvole  o onde del mare in tempesta “ ? “ Sono  vere oppure un sogno “ ? “ I suoni delle Dolomiti é una manifestazione assolutamente unica  nel suo genere che arricchisce le vacanze d’estate nel Trentino con concerti in quota nel cuore delle montagne che Le Corbuasier  ha definito  “ le più belle architetture naturali del mondo”, ma se cerchiamo di analizzare questo fenomeno prodotto dal mare in tempesta, possiamo dire che anche questi suoni, questo vento che genera la tempesta nel mare, sono anch’esse la più belle architetture generate dall’Oceano. Quando soffia il vento impetuoso come oggi nel mare, produce gli stessi effetti e gli stessi suoni, come quel vento che soffia nei canaloni e in quota sulle alte cime dolomitiche.  Si potrebbero definire veri concerti. 

  Sulla punta del faro, abbiamo incontrato  Luigi, il vecchio lupo di mare, che stava osservando il rientro dei suoi  vecchi colleghi  dalla pesca alle vongole. Questi natanti, sono differenti dai  tradizionali pescherecci che pescano le sardine egli altri pesci. I vongolari, non adoperano le reti per catturare le vongole, ma a prua dei loro battelli, vi hanno istallato una apparecchiatura simile ad un rostro, che serve a  rastrellare il fondale sabbioso del mare, per raccogliere le vongole.

E’ caratteristico vederli rientrare, tutti in fila, uno dietro l’altro, diretti all’interno del porto. Guardandoli rientrare, ti da la sensazione di  osservare una squadra navale che rientra dopo  una lunga esercitazione in mare o dopo una battaglia con il nemico. Infondo, infondo, se andiamo ad analizzare il loro operato, anche i vongolari, hanno combattuto la loro battaglia notturna, con il pericolo di naufragare nella tempesta  per catturare il pescato che serve per la loro sopravvivenza.

Sarebbe molto bello, conoscere il genoma, il segreto della vita di ogni creatura che vive nelle profondità del mare e anche sulla Terra, ma queste facoltà sono riservate ai grandi studiosi. A noi della grande massa, ci é dato soltanto la gioia di ammirare le bellezze della natura, che poi non sono altro che i segreti dei misteri della vita stessa.