MAR-ZIA-NIN

…

Ascoltando i consigli del falchetto assonnato

Pulcinella e Arlecchino raggiungono un prato

e da lì, in tre minuti, una buia foresta

dove lupi e fantasmi qualche volta fan festa.

Pulcinella ha paura, Arlecchino batte i denti:

di spostarsi nel buio non son certo contenti.

Treman come d’inverno, ma è il diciotto di maggio:

un fiammifero accendono per farsi coraggio.

Alla debole luce del fiammifero acceso

vedon alberi e foglie: “Che paura abbiam preso

e per cosa ? Per un bosco dove tutto è tranquillo

e le lucciole danzano alle note di un grillo.”

Un secondo fiammifero prende il posto del primo

tra le mani vivaci del buon Arlecchino.

Poi un terzo ed un quarto e alla luce del quinto

compare un marziano. Sarà vero ? Sarà finto ?

Nel vedere il marziano, che sembra feroce,

Pulcinella e Arlecchino cambiano voce.

“Aiuto, un fantasma ! Un terribile drago !

Un mostro tremendo fabbricato da un mago !”

“Guarda lì, ce n’è un altro ! Mamma mia com’è brutto !

Che facciamo, Arlecchino ? Ho paura, tremo tutto !”

Ma anche i marziani stan tremando un pochino

mentre osservano, attenti, Pulcinella e Arlecchino.

“Due fantasmi colorati ! Due terribili draghi !

Due mostri tremendi fabbricati dai maghi !”

“Sono brutti davvero: sembran mangiamarziani !

Che facciamo, Mar-Zia-Nin ? Mi treman le mani !”

“Su, coraggio, Mar-Zia-Nun: gli dobbiamo parlare

se sul nostro pianeta vogliam ritornare.”

E così i due marziani danno inizio a un racconto

che, per ogni evenienza, tenevano pronto.

È un racconto un po’ strano, che parla di stelle,

di pianeti d’argento, di torte e frittelle,

di coriandoli, di lune, di grosse astronavi,

di bambini golosi, di porte e di chiavi,

di gelati, di risate, di nuvole e venti...