Q U A N T I S T I C A M E N T E 2 0 1 2
LA PARTICELLA DI DIO
tracce del suo passaggio
Senza questa particella, l'universo stesso sarebbe diverso da come noi attualmente lo conosciamo?
Direi proprio di sì. Il bosone di Higgs gioca un ruolo nel dare massa a
queste particelle, ma quello che è ancora più importante è che ha giocato un
ruolo decisivo nei primissimi istanti dell'universo. L'universo come lo vediamo
oggi è stato determinato dai primi momenti dopo il big bang, nei miliardesimi
di secondo dopo il big bang quando la temperatura era molto alta, da questa
particella che ha fatto passare l'universo da una certa fase di simmetria
per cui tutte le particelle erano senza massa, alla fase in cui le particelle
hanno preso massa.
E'
proprio la "particella di Dio", dunque, da dove tutto ha avuto inizio.
Il
bosone di Higgs nel dare massa alle altre particelle ha dato il volto
all'universo così come lo vediamo oggi. E' una particella chiave, per questo
sono 40 anni e più che gli stiamo dando una caccia molto intensa, è il
ricercato numero uno delle particelle.
Ma
perché tanto clamore per una particella elementare, dato che ne conosciamo
oramai centinaia, che quasi ci viene da dire che l'aggettivo
"elementare" non è più così appropriato ?
Per due ragioni: perché è prevista esistere da decenni, ma mai è stata trovata, e perché è l'ultima scoperta da fare per convalidare il "modello standard" , che spiega con successo, dal 1960, tutte le forze e le avventure che accadono nell'infinitesimo ma fondamentale mondo dei nuclei degli atomi, di cui pure noi siamo fatti. Inoltre la particella sarebbe abbinata a una proprietà, il campo di Higgs, grazie al quale le altre particelle elementari che ne entrano in contatto acquisterebbero un parametro fondamentale , la loro massa. E non è poco. Insomma se lo trovassero i fisici sarebbero sollevati parecchio, dato che giustificherebbe il modello standard e buona parte della fisica che è stata finora sviluppata in questo campo e aprirebbe allo stesso tempo la caccia alla prossima teoria che comprenda tutte le forze della natura.
(Il modello di Leopoldo Benacchio e all'interno articolo di
Andrea Carobene, e Gian Francesco Giudice - Il Sole 24 Ore - leggi su
http://24o.it/7ZmOX)
Una
teoria quantistica dei campi che descrive tre delle quattro forze fondamentali
note e tutte le particelle elementari ad esse collegate, ossia l’interazione
forte, elettromagnetica e debole (queste ultime due unificate nell’interazione
elettrodebole). La forza gravitazionale rimane l’unica interazione a non
essere descritta dal modello. Si tratta di una teoria di campo quantistica
coerente sia con la meccanica quantistica che con la relatività speciale.
Ideato
dal fisico inglese Peter Higgs quasi cinquant’ anni fa mentre – si racconta
- passeggiava sulle colline scozzesi, il Bosone è la particella che garantisce
la massa a tutte le altre particelle elementari.
Per
molti anni è stato inutilmente cercato ed ora le sue tracce sono chiare, come
dichiarato, anche se con prudenza da scienziati, da Guido Tonelli e Fabiola
Gianotti, responsabili rispettivamente di Cms e Atlas, gli esperimenti che
effettuano al Cern di Ginevra e che da un paio d’anni, ossia da quando
funziona l’acceleratore di particelle Lhc, stanno cercando proprio lui: il
Bosone.
In
ben due esperimenti recenti, gli scienziati italiani hanno visto dei segnali che
indicherebbero che il Bosone si trova in una regione di massa compresa tra i 124
e i 126 miliardi di elettronvolt (GeV) con una probabilità del 99%.
Oggi
abbiamo teorie "fondamentali" che descrivono tutti gli aspetti del
mondo in modo spettacolarmente efficace. Una è la relatività generale di
Einstein, che qui non ci interessa, perché riguarda la gravità che non ha
praticamente effetto sulle particelle osservate al Cern: la gravità riguarda
l’Universo in grande, oppure scale estremamente più piccole di quelle
osservate al Cern.
L’altra
è una potentissima teoria che spiega tutto il resto, incorpora
l’elettromagnetismo, la teoria di Fermi e le altre teorie sulle particelle
elementari.
Questa
potentissima teoria ha un nome deprimente, il “Modello standard”, e spesso
non gode di buona stampa, perché è più intricata e meno "elegante"
che non le stupende teorie di Einstein, Maxwell o Newton. Eppure è una teoria
che da trent’anni non fa che stupire gli scienziati per quanto funziona bene.
Ora,
tutte le particelle della teoria sono state identificate, tranne, appunto, il
Bosone, l’ultima particella della lista, la sola che manchi all’appello,
sicchè averne trovato traccia, conferma una bella teoria ed il fatto che
l’abbiano trovata due italiani, ci da speranza che la nostra intelligenza
scientifica non sia del tutto tramontata.
Poiché
il Bosone di Higgs spiega la natura della materia e le differenze di massa che
distinguono le particelle, Leon Lederman (Nobel per la fisica 1988) lo ha
battezzato “la particella di Dio" ed è per questo chela scoperta del Cern,
divulgata ieri, (14 dicembre 2011) ci pare davvero un bel regalo di Natale per un’Italia davvero
affranta, con manovra necessaria ma recessiva ed attesa di una ulteriore pedita
di Pil e di almeno altri 800.000 posti di lavoro.
Ora
speriamo che la scoperta italiana sia di portata tale da farci capire non solo
come funziona, ma come migliorare l’universo e con lui la nostra esistenza.
Come ha detto Margherita Hack, comunque, commentando la scoperta, “Su quanto i
nostri ricercatori siano bravi non c’e’ discussione.
Il problema e’ che solo in grandi laboratori internazionali come il Cern trovano risorse sufficienti per lavorare, mentre da noi non ci sono posti”.
(tratto da Agorà Magazine)
«Un
valore inferiore a 126 gigaelettronvolt ha delle implicazioni molto
interessanti. Ad esempio lascia aperta una minuscola possibilità che il campo
di Higgs cambi stato, un po’ come un mare che inizi a bollire - spiega Isidori
-. In queste drammatiche condizioni le particelle acquisterebbero
all’improvviso una massa enorme e ciò renderebbe impossibile non solo
l’esistenza degli atomi, ma anche di singoli protoni o neutroni e naturalmente
di stelle o pianeti. Ma per fortuna ciò accadrà solo in un lasso di tempo
molto maggiore di quello trascorso dal Big Bang ad oggi». Ma non è tutto,
perché dalla cattura del bosone di Higgs dipende anche la possibilità di
comprendere grandi misteri, come l’esistenza di materia ed energia oscure.
L’immaginazione degli scienziati è pronta a volare, ma i ricercatori hanno
bisogno di tempo. «I risultati di oggi hanno ridotto i possibili nascondigli
della tigre da un’intera giungla a un piccolo cespuglio in cui abbiamo
intravisto degli ondeggiamenti.
Nel
2012 sapremo se esiste e dove si trova
dice Sergio Bertolucci, direttore della ricerca del Cern.
La
particella di Dio grazie alla quale esiste la massa, il bosone di Higgs, e’
l’ultimo mattone necessario per confermare con i dati la teoria che
costituisce il pilastro della fisica contemporanea, chiamata Modello Standard.
L’esistenza di una simile particella e’ importantissima, alla luce delle
conoscenze fisiche attuali perche’ senza la massa l’universo intero avrebbe
un aspetto completamente diverso. Per esempio, se gli elettroni non avessero una
massa non potrebbero esistere gli atomi e senza massa la materia ordinaria,
quella che ogni giorno e’ sotto i nostri occhi, non esisterebbe. Per questo a
partire dal 1964 i fisici hanno ritenuto indispensabile l’esistenza di una
particella di questo tipo nel quadro delle teorie che descrivevano il mondo
dell’infinitamente piccolo, il Modello Standard.
Quest’ultimo e’ il modello che prevede l’esistenza di tutti gli ‘’ingredienti’’
fondamentali dell’universo cosi’ come lo conosciamo. Comprende 12 particelle
elementari organizzate in due famiglie: i quark e i
leptoni, che sono i veri e
propri mattoni della materia (presenti nell’infinitamente grande, come nelle
galassie, negli stessi esseri umani come nel mondo microscopico). Il Modello
Standard prevede poi un’altra famiglia di 12 particelle, che sono i messaggeri
delle tre forze della natura che agiscono nell’infinitamente piccolo (chiamate
forza forte, elettromagnetica e debole). Di queste particelle-messaggero fanno
parte, ad esempio, i componenti elementari della luce chiamati fotoni, e i
gluoni, che sono la colla che unisce fra loro i mattoni della materia, come i
quark all’interno del nucleo dell’atomo.
Cos’è il modello standard?
SPIEGHIAMO MEGLIO....
In questo il modello standard delle particelle elementari manca mentre la Teoria M di Witten riesce a spiegarlo.
La sua teoria (che è poi il presupposto per il
quale si è sviluppata la teoria delle
stringhe) è che le interazioni
gravitazionali hanno un range che va al di sotto dell'interazione debole e
quindi rilevabile solo alle grandi energie che si possono liberare in una
esplosione di supernova o in un buco nero. La direzione verso la quale si sta
dirigendo ora l'LHC è proprio questa. Inizialmente l'esperimento avrebbe dovuto
consentire di spiegare una anomalia nel modello standard che presenta delle
asimmetrie (la Violazione di coniugazione e parità (violazione CP) ne è una).Higgs
propose come particella mediatrice un bosone che poteva interagire con le altri
grandi forze e unificare i campi. Con questo presupposto si è costruito l'LHC
ma l'avvento della teoria M ha modificato gli obiettivi perchè tale teoria
riuscirebbe a spiegare una l'incongruenza temporale del big bang che il modello
standard non riesce a spiegare. Per il modello standard infatti nell'istante del
Big bang si è generato il tempo e questa è una teoria che presenta delle
difficoltà enormi perchè tachionica. La teoria delle stringhe evita questo
ponendo la nostra realtà in un mondo ben diverso composto da ben 11 dimensioni
e questo universo multidimensionale avrebbe come particella capace di passare le
falde il solo mediatore della interazione gravitazionale che verrebbe in questo
modello visto come una stringa.
L’analogia con il cocktail party serve a spiegare il tutto: immaginate una festa in cui tutti gli ospiti sono disposti nello spazio in modo casuale. La stanza rappresenta il campo di Higgs, che corrisponde all’”ovunque” dell’Universo. Improvvisamente, entra una celebrità: gli ospiti la notano e rapidamente si accalcano per avvicinarvisi, formando così una struttura compatta.
A mano a mano che la celebrità attraversa la stanza, il cumulo concentrato di ospiti che sta intorno ad essa fornisce il “momento addizionale” al gruppo. L’ammasso è sempre più difficile da fermare rispetto all’elemento singolo, di conseguenza in base a ciò possiamo dire che l’assembramento ha acquisito massa.
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A P P R O F O N D I M E N T I
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