Allergie
stanchezza cronica, impurità della pelle sono alcuni sintomi
dell’avvelenamento in atto nel nostro organismo attaccato
dalle tante sostanze tossiche presenti nell’aria, acqua,
terreno, cibo... La cura disintossicante proposta consiste
nel praticare degli sciacqui nella bocca della durata di 15
minuti con l’olio di girasole. Gli sciacqui vanno ripetuti
tutti i giorni per tre settimane circa, ottenendo risultati
eccezionali soprattutto per la cura di problemi digestivi.
IL
GIRASOLE NEI VECCHI TRATTATI DI APICOLTURA
Nel "Saggio d'una Flora dell'Apicoltore
Lombardo pubblicata da "L'Apicoltore
Lombardo" nel 1874, si scoprono gustose
curiosità sul girasole.
Ad esempio:
"Fino ai nostri giorni il girasole era di
piccola importanza, l'olio che si spreme dà
suoi semi, il cordame che si rattorce colla
scorza del suo gambo, e il colore che si ritrae
dai suoi fiori erano per avventura l'unico scopo
di sementarlo. Ma oggidì si coltiva per uno
scopo assai più importante a difesa dalla
malaria, perché è provato che dove vegeta il
girasole l'aria è purgata...Buon miele copioso
da un solo fiore ... sin qui la poesia: la prosa
è che il girasole da ricetto dà ricetto ad un
animaluzzo simile alla Braula, ma distinto
principalmente per la molta lunghezza delle
antenne. Duchemin ammette che esso sia causa e
fonte della trista bestiolina che poi diventa
parassito dell'ape ... Secondo le nostre
informazioni in Brianza, non solo, ma in tutta
la Lombardia, codesto guaio è
sconosciuto".
Il Dubini, nel suo massiccio libro
"L'Ape" del 1898, nel capitolo
dedicato alla flora apistica nel quale, per
altro, cita piante quali il nespolo del Giappone
e, addirittura, il bucaneve, ignora
completamente il girasole.
Nicoletti, ne "Saggi di flora apistica
della Provincia di Parma" del 1931 dice:
"Dal punto di vista apistico ha una certa
importanza non solo perché fornisce polline e
nettare. in buona copia ma anche per la sua
fioritura che comincia d'estate proprio quando
il flusso nettareo va fortemente
diminuendo."
Fossati ne "Flora nettarifera",
pubblicata dalle edizioni "L'Apicoltore
d'Italia" nel 1971, non classifica il
girasole tra le principali essenze nettarifere e
dice ".... contro il suo fiore gigante
avevo delle prevenzioni, che sono cadute quando
ho constatato il beneficio, che gli immensi
campi di girasole, coltivati in Argentina,
arrecano alle api."
(Helianthus
annuus L.)
Il
girasole è una delle più importanti piante oleifere
erbacee; la buona qualità dell'olio e la capacità di
adattamento a climi diversi ne hanno garantita la
diffusione rapida in ambito internazionale.
ORIGINI
Originario del Centro America sembra che si sia diffuso
in epoche remote nei territori attualmente facenti parte
dell'Arizona e del Nuovo Messico, estendendosi poi verso
le aree settentrionali degli attuali Stati Uniti e
precedendo la domesticazione del mais.
Le prime testimonianze lasciate dagli europei, fin
dall'inizio del XVI secolo, descrivono una grande varietà
di tipi coltivati.
IN EUROPA
Nel 1510 una spedizione spagnola riportò alcuni acheni
dal Nuovo Messico che vennero seminati in un orto
botanico di Madrid; dalla Spagna il girasole si diffuse
poi rapidamente in Europa come pianta ornamentale.
Sul finire del '700, in Russia, venne riconosciuta
l'importanza del girasole per la produzione di olio
alimentare ma, solo nel 1830, iniziò l'estrazione di
olio su scala industriale. Da allora il girasole si
diffuse velocemente facendo della Russia il principale
produttore mondiale.
RITORNO IN AMERICA
Sul finire del secolo scorso numerose varietà russe
("Mammouth di Russia", "Gigante di
Russia") vennero introdotte negli Stati Uniti ma
non riscossero grande successo. Negli anni Trenta, in
Canada, l'esigenza di disporre di una fonte nazionale di
grassi vegetali, promosse un programma di valorizzazione
genetica, attuato a partire dalle varietà precoci ed a
taglia bassa introdotte dagli immigrati russi Mennoniti.
Dall'inizio degli anni Sessanta la coltura del girasole
si sviluppò in modo formidabile negli Stati Uniti,
facendo diventare, in pochi anni, questa nazione, il
secondo produttore mondiale di olio di girasole.
ATTUALE DIFFUSIONE
In questo secolo la produzione di semi di girasole è
quasi decuplicata, mentre la produzione dell'olio di
girasole è aumentata di ben 57 volte.
Contemporaneamente la produzione mondiale di olio di
semi è decuplicata, raggiungendo la quantità di circa
50 milioni di tonnellate e l'incidenza relativa
dell'olio di girasole è salita ad oltre il 14% del
totale.
Negli ultimi vent'anni la superficie coltivata a
girasole, costante in Unione Sovietica, si è estesa in
Europa, Asia ed America,. assumendo sempre più i
connotati di coltura da reddito. In Europa i principali
produttori sono Francia e Spagna.
In Italia la coltura, estesa nel 1970 solamente su 4.000
ettari, ha raggiunto nel 1990 i 148.000 ettari. Le
regioni più importanti sono la Toscana, l'Umbria, le
Marche, la Puglia, il Molise ed il Lazio.
POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA E GIRASOLE
L'entrata in vigore, nell'annata 1992-93, della nuova
regolamentazione comunitaria, predisposta per ridurre le
eccedenze, dovrebbe spingere gli imprenditori agricoli a
diminuire le superfici investite a girasole e a
minimizzare i costi di produzione. Altresì il previsto
abbassamento del prezzo del prodotto dovrebbe renderlo
competitivo per utilizzi meno tradizionali di quelli
alimentari.
Fino ad ora gli usi degli oli vegetali in ambito
industriale (saponi, vernici, smalti, lubrificanti,
ecc.) sono stati limitati dai più alti costi rispetto
ai derivati dal petrolio. Ma le migliori caratteristiche
ed i progressi della chimica, della biologia e delle
biotecnologie aprono interessanti prospettive all'uso
degli oli vegetali, facendo prevedere un graduale
passaggio dalla petrolchimica alla botanochimica. Ad un
sempre più diffuso utilizzo degli oli vegetali spinge
anche il problema delle eccedenze (particolarmente
pesante proprio relativamente ai grassi vegetali, circa
600 milioni di ECU al mese) e la necessità di ridurre
la dipendenza energetica.
Si fa sempre meno curioso e più realistico l'interesse
per l'uso degli oli vegetali quali carburanti
alternativi per i motori diesel; in una azienda agricola
moderna il 10% della superficie destinata a colture
oleaginose garantirebbe l'autosufficienza energetica. Le
proposte di politica comunitaria prevedono anche la
riconversione verso produzioni non alimentari e non
eccedentarie.
DESCRIZIONE BOTANICA
Il girasole è una pianta erbacea annuale. FUSTO:
eretto, può superare i tre metri di altezza.
RADICE: a fittone con numerose radici secondarie.
FOGLIE: opposte e in basso ed alterne in alto,
cuoriformi, seghettate e con un lungo picciolo.
FIORI: detti flosculi, riuniti in gran numeri (anche
oltre mille) in capolini molto grandi (fino a trenta
centimetri di diametro), dette calatidi. Si suddividono
in due gruppi: i fiori periferici sterili, sono forniti
di un vistoso petalo giallo; i fiori interni fertili,
piccoli, si aprono in successione verso il centro.
L'ovario (organo riproduttore femminile) si allunga in
uno stilo che si suddivide in due stimmi. Gli stami
(organi riproduttori maschili) sono 5 ed hanno le antere
fuse in una sorta di tubo che racchiude lo stilo.
La fioritura avviene in modo tale da impedire l'autoimpollinazione:
durante il primo giorno di fioritura le antere si aprono
e liberano i granuli di polline; nel secondo giorno lo
stilo si allunga fuoriuscendo e aprendo gli stimmi (le
parti recettive del polline) al di sopra delle antere.
La calatide, durante la fioritura, mediante movimenti di
rotazione tende a mantenersi costantemente
perpendicolare con la direzione dei raggi del sole.
Durante la notte, per un breve periodo, la calatide
assume posizione orizzontale.
FRUTTI: sono acheni di forma circa ovale, di colore
variabile dal bianco al nero con striature. Contengono
il seme ricco di olio.
EPOCA DI FIORITURA: da Luglio a Ottobre.
NETTARI: si trovano sul fondo dei fiori. La percentuale
zuccherina del nettare è del 35-50% e la produzione
giornaliera per fiore è di 0,2-0,5 milligrammi di
zucchero.
POLLINE: granuli quasi tondi con spine ovunque e
diametro variabile attorno ai 30 millesimo di
millimetro. Il colore varia dal giallo vivo
all'arancione. INTERESSE APISTICO
Il girasole è visitato da molti insetti, ma le api
rappresentano oltre l'80% dell'entomofauna utile.
Appartiene alla seconda classe nettarifera (26-50 kg/ha)
e le api vi raccolgono anche discrete quantità di
polline. La raccolta del nettare, a causa della sua
elevata concentrazione zuccherina, è favorita da una
elevata umidità atmosferica; in condizioni di siccità
il raccolto può essere scarso.
A causa del meccanismo di fioritura prima descritto, ed
a causa dell'autoincompatibilità esistente tra la
maggioranza delle cultivar di girasole, gli insetti
pronubi ed, in particolare, le api, sono assolutamente
indispensabili ai fini di una buona fecondazione, in
assenza di insetti pronubi la produzione di semi è
irrisoria e la concentrazione di olio irrilevante.
Per garantire una buona fecondazione si consiglia una
presenza di 2-2,5 alveari per ettaro, dislocati in modo
tale che il raggio di volo della api sia inferiore ai
mille metri.
La produzione di miele di girasole, scarsa fino a pochi
anni fa, è molto aumentata a seguito del diffondersi di
estese piantagioni soprattutto in Toscana, in Umbria e
nelle Marche. Il miele di girasole presenta
caratteristiche generalmente poco apprezzate dal
consumatore e la sua commercializzazione è
difficoltosa.
QUALCHE CIFRA
Le api permangono sui singoli fiori di girasole per
pochi secondi, e sulla calatide, per circa un minuto. In
un giorno un'ape può visitare 1200 fiori ed, almeno 1/6
di questi, produce semi.
Secondo autori russi occorrono 6000 bottinatrici per
ettaro, pari a 10-15 per ogni 100 calatidi, ipotizzando
40-50000 calatidi per ettaro.
Su ogni calatide si possono contare anche 5 bottinatrici
ma, normalmente, non se ne trovano più di 3.
PERCHÈ L'OLIO DI GIRASOLE
HA UN SUO GUSTO PARTICOLARE ?
1.Come viene prodotto.
- I semi di girasole "biologici" vengono
trebbiati secchi (umidità max 9%), perfettamente maturi.
Dopo essere stati selezionati, vengono spremuti crudi
con pressione meccanica a freddo, a temperatura massima
37° (senza essere scaldati nè decorticati)
- Da un quintale di semi di girasole se ne ricavano solo
27-30 litri, al contrario di altri sistemi di spremitura
pur definiti anch'essi "a freddo" (vedi
torchio continuo), in cui si ricavano anche 35-40 litri
a quintale (anche per questo il prezzo del nostro olio
risulta leggermente più alto degli altri).
- La spremitura avviene una volta all'anno, ad
ottobre(come indicato in etichetta, pur se tale
indicazione è facoltativa per legge), e viene
commercializzato solo il prodotto dell'anno in corso
fino alla nuova spremitura del successivo ottobre, per
assicurarne la massima freschezza
- Una volta imbottigliato, l'olio viene conservato in
cella frigorifera nel magazzino aziendale a 4°
costanti.
- Ogni anno vengono eseguite analisi chimiche presso
strutture universitarie
2.Perchè fa bene???
"L'olio crudo (di girasole) ci fornisce una
vitamina essenziale, come lo sono tutte, che è stata
designata con la lettera F. È una sostanza chimica ben
precisa, un acido grasso chiamato
acido linoleico. Esso assicura la permeabilità
normale dei nostri tessuti di rivestimento, e in questo
modo protegge il nostro interno dall'ambiente esterno.
Grazie a questa vitamina la nostra
pelle resta liscia e vellutata. La sua carenza la
rende squamosa, secca, rugosa, noi non siamo più
protetti dall'ambiente esterno, cio' è grave
sopratutto a livello della parete intestinale, lasceremmo
penetrare nel nostro sangue, a partire dal contenuto
intestinale, delle tossine batteriche.
Finchè sono in quantità scarsa, il fegato è in grado
di neutralizzarle, e noi restiamo in buono stato di
salute. Quando per carenza di vitamina F, le tossine
penetrano nel sangue in quantità troppo grande,
compaiono delle malattie dette degenerative: queste sono
all'inizio l'acne e altri foruncoli, le allergie cosi'
straordinariamente frequenti al giorno d'oggi, l'asma,
l'eczema, l'orticaria, i reumatismi, la sclerosi a
placche, il lupus, ecc.
Queste malattie migliorano tutte e possono scomparire
per un apporto sufficiente di olio di girasole
imperativamente spremuto a meno di 40°, acquistabile
nei negozi di alimenti biologici. La vitamina F non
sopporta il calore. Si altera e si inattiva al di sopra
dei 40°. Il fabbisogno quotidiano è coperto dal
consumo quotidiano, in aggiunta ai cibi, di due cucchiai
da minestra di olio di girasole.
3.Come si usa in cucina:
- per garantire i suoi benefici effetti deve essere
consumato crudo:
- in salse (ad es. emulsionato con yogurt, limone, sale,
cipolle tagliate finissime, sale, prezzemolo, un pizzico
di miele liquido)
- da solo, per condire insalate, pesce, cereali, ecc.,
in alternativa all'olio d'oliva.